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venerdì, novembre 03, 2006

Tratto da: "Il Conte: un'autobiografia"

"diavolo, non so quanti anni avevo, 7 forse, Lila abitava nella casa di fianco, avrà avuto, mah, 6 anni, e un giorno stava lì, in piedi, nel suo cortile e mi ha guardato e ha alzato il vestitino e mi ha mostrato le mutandine. in quella vista c'era qualcosa che mi piaceva e guardavo, dopo lei ha lasciato ricadere il vestito ed è andata via. Lila, ho gridato, torna indietro ma lei, no. ma dopo quella volta tutti i giorni quando mi vedeva tirava su la vestina e mi mostrava le mutandine. erano di un bel bianco lindo e belle aderentine. e dopo lasciava ricadere la vestina e di nuovo andava via.
un giorno ero nel mio cortile e 3 bambini non li avevo mai visti arrivano di corsa e iniziano a tirarmi pugni. ho sorpreso me stesso, perché mi difendevo bene, anzi a 2 di loro gli ho fatto sanguinare il naso e sono scappati via. ma il bambino più grande è rimasto e abbiamo continuato a pestarci. pian piano cominciava a mettermi sotto. mi ha inchiodato lì contro la recinzione e mi beccavo 3 pugni per ciascuno che ne davo. le sue mani erano molto più grosse delle mie ed era molto forte. poi si è sentito un tonfo sordo. qualcuno lo aveva colpito in testa con qualche cosa, un bottiglione. era Lila. lo ha colpito di nuovo e lui è scappato via dal cortile ululando e tenendosi la testa.
le ho detto: grazie, Lila, fammi vedere le mutandine.
lei ha risposto: no.
si è incamminata verso casa sua ed è entrata.
dopo l'ho vista ancora tante volte nel suo cortile. le chiedevo: Fammi vedere le mutandine, Lila.
ma lei mi rispondeva sempre : no.
finché la sua famiglia ha venduto la casa e sono andati via.
non ho mai ben capito cosa volesse dire tutto questo e ancora non capisto." C. Bk.

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